ERRORI ED ARROGANZA SONO SOLO DI QUINDICI


Su Quindici del 15/01/2013 compare l'articolo “La nuova isola ecologica, dopo il sequestro del 2007: rischio di ritorno al passato”. L'impareggiabile giornalista, con indomito coraggio, disseppellisce gli scheletri nascosti negli armadi dell'ASM, che venne accusata di aver gestito l'isola ecologica (quella sita in via Giulio Cozzoli angolo v. Gen. Amato) senza essersi dotata di autorizzazione allo stoccaggio dei rifiuti. “… imperdonabile dimenticanza …”, dice il reporter, che determinò il sequestro dell'area da parte della Guardia di Finanza, e la conseguente devastazione della stessa ad opera di vandali. Insomma l'ASM è colpevole, secondo Quindici, di veri e propri “… errori burocratico – amministrativi …, espressione non solo di superficialità tecnica ma anche di una certa arroganza sopra le leggi”. Né viene taciuto che l'ASM preannunciò ricorso rispetto al citato sequestro, anche se poi “… Su quel ricorso è caduto il silenzio, come anche sulla parcella del legale interessato, inclusa nella lista dei cosiddetti “parcelloni” legali elargiti dall'ASM negli ultimi 10 anni …”

Ma … un momento, ferma tutto. Per scrivere che su un fatto “… è caduto il silenzio …” non bisogna essere giornalisti. Chissà quante volte a noi, comuni “uomini della strada”, è capitato di pensare “… di quel certo fatto non abbiamo più sentito parlare …”. Ma un giornalista no … il suo compito è proprio quello di squarciare il velo di silenzio, per rivelare ai lettori la verità. Un giornalista che vuole scrivere di un ricorso preannunciato, ma del quale non ha saputo più nulla, chiama gli interessati e gli dice: “Egregi signori, raccontatemi come stanno le cose perché è mio diritto-dovere informare l'opinione pubblica. E se vi nascondete dietro un “non comment”lo dirò, dimostrando che avete la coscienza sporca …”
Il nostro “giornalista” tutto questo non lo fa: “Sul ricorso è caduto il silenzio” e tanto basta.

“Siete troppo cattivi …”, ci dirà qualcuno: “… si tratta certamente di un occasionale infortunio …”.
Purtroppo no: i giornalisti di Quindici hanno l'abitudine di scrivere di cose che non sanno e che non si danno la pena di verificare. 
Vi ricordate il caso delle alghe a Cala S. Giacomo? In quell'occasione i giornalisti di Quindici dimostrarono non solo una perfetta ignoranza della norme in materia di rifiuti (e pazienza … non è il loro mestiere …) ma anche la consolidata abitudine a non informarsi su ciò di cui intendono scrivere (e questo, per un giornalista, è decisamente più grave). I baldi opinion makers, in quell'occasione, si chiedevano “I vigili lo sanno? …”. Certo che lo sapevano: bastava telefonare e chiedere. In quell'occasione, tra l'altro, inviammo a Quindici un comunicato, ma si evitò accuratamente di pubblicarlo. Stesso destino per la nostra risposta all'articolo del dott. Squeo che commentava un comunicato stampa del consigliere Gianni Porta: noi rispondiamo, Quindici censura.

Ed anche in questo caso, sul ricorso seppellito dal silenzio: … ma telefona e chiedi, perbacco! Se lo avessi fatto avresti scoperto che il Tribunale di Bari (Sezione del riesame), in data 22 novembre 2007, accolse il ricorso dell'ASM disponendo “… il dissequestro e la conseguente restituzione … di quanto sottoposto a sequestro preventivo …”. Questo perché, come sosteneva l'ASM, ai sensi delle leggi vigenti l'esercizio delle “isole ecologiche” rientra totalmente nell'attività di “raccolta” dei rifiuti (per la quale l'autorizzazione allo “stoccaggio” non è richiesta) e non in quelle di “deposito, trattamento, recupero o smaltimento” (per le quali, invece, lo “stoccaggio” va autorizzato).
Se il nostro eroe si fosse informato gli avremmo anche detto che il P. M. procedente (nonostante i pesanti rilievi sollevati dal “Tribunale del riesame”), decise di rinviare comunque a giudizio i tecnici dell'ASM, peraltro con ritardi tali da far cadere in prescrizione tutti i reati contestati. Ed avremmo aggiunto che i tecnici dell'ASM rinunciarono alla prescrizione per giungere (nel 2012) a sentenza che è stata (né poteva essere diversamente) assolutoria. Insomma: i tecnici dell'ASM non hanno commesso alcuno degli errori che Quindici gli attribuisce con una sicurezza tracotante quanto infondata.

Per quanto riguarda invece le “Spese legali e notarili” dell'Azienda rimandiamo ai nostri bilanci (da sempre oggetto di approfondite disamine ed ampio dibattito nei consigli comunali). Chi volesse informarsi verificherebbe che negli ultimi dieci anni (2003 – 2012) è stato sostenuto un costo medio di circa a 43.500 €/anno, dovuto in parte a fisiologici adempimenti amministrativi ed in parte a contenziosi (molti dei quali costruiti sul nulla: vedi sopra), alcuni dei quali rilevanti. Ed i contenziosi più numerosi ed importanti, conviene ricordarlo, sono quelli che hanno opposto l'ASM all'impresa “Ing. O. Mazzitelli S.p.A.” (oggi “Generali Costruzioni S.p.A.”). Come pure occorre considerare che il giudizio penale (conclusosi in primo grado nel 2007 ed in Cassazione nel 2009) assegnò all'ASM una “provvisionale” di 400.000,00 euro (praticamente “a ripiano” di tutte le spese legali degli ultimi dieci anni).

Insomma si ripete, ancora una volta, la costante degli ultimi anni: Quindici (pur sapendo che “… Errare è umano, perseverare è diabolico”) persevera nel confezionare articoli contro l'ASM (e per poterlo fare, evita accuratamente di informarsi su come stanno realmente le cose).

Per quanto sin qui esposto chiediamo: 
- a Quindici di pubblicare integralmente la presente, con la stessa evidenza dell'articolo cui la stessa si riferisce (il tutto ai sensi delle norme sulla stampa e riservandoci di valutare, sulla base di quanto verrà o non verrà scritto, la necessità di tutelare nelle sedi opportune l'immagine dell'Azienda e dei suoi tecnici);
alle altre testate di voler ospitare il presente testo, come comunicato stampa. 
 

AZIENDA SERVIZI MUNICIPALIZZATI s.r.l. - MOLFETTA
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