RIFIUTI INGOMBRANTI ABBANDONATI ISTRUZIONI PER L’USO.


Nel quadro delle iniziative di comunicazione attualmente in corso riteniamo di dover dedicare spazio alla problematica dei rifiuti, abbandonati sul territorio, ascrivibili alla categoria degli “ingombranti”: mobili ed elettrodomestici, sanitari, materiali da costruzione, materassi, elementi della carrozzeria di vetture (tipicamente i paraurti). Insomma: oggetti di grandi dimensioni, dei materiali più disparati, abbandonati dove capita (anche se, come vedremo, è possibile disfarsene in modo semplice ed economico).

Il punto di partenza obbligato è un dato numerico sorprendente: la quantità di rifiuti ingombranti, negli ultimi sei mesi, si è più che quadruplicata rispetto all’inizio dell’anno. Più precisamente: nei primi tre mesi del 2011 è stata raccolta una media di 12,6 t/mese di rifiuti; ad aprile le tonnellate sono salite a 35,5; negli ultimi sei mesi (da maggio ad ottobre) è stata raccolta una media di 56,6 t/mese di rifiuti ingombranti.
Poiché siamo abituati a valutare le quantità “visivamente” (più che “a peso”), per dare la misura di quanto stiamo dicendo, dobbiamo aggiungere che la densità “in mucchio” dei rifiuti ingombranti può essere stimata in 0,1 t/m3, per cui l’ASM ha raccolto – in ognuno degli ultimi sei mesi – circa 566 m3 di rifiuti (l’equivalente di circa 23 grandi autocarri al mese: praticamente uno per ogni giorno lavorativo).
A questo punto vi chiederete: un cumulo di rifiuti abbandonati per strada, a quanti metri cubi corrisponde? Naturalmente non c’è una risposta univoca, ma un cumulo a forma di piramide, che abbia una base di 4 metri quadri (cioè un quadrato con il lato di 2 m), alta 2 m, ha un volume di 2,7 metri cubi.
Allora: 566 m3 al mese diviso 2,7 m3 (mediamente) per ciascun cumulo, fanno 210 cumuli al mese, che (escludendo le domeniche) corrispondono ad 8 cumuli al giorno.
Occorre precisare, a questo punto, che una quota parte dei rifiuti ingombranti (una quota, purtroppo, non tanto elevata) viene ritirata “su chiamata”, a domicilio. Ma se i rifiuti in questione fossero tutti “abbandonati”, l’attuale raccolta giornaliera di rifiuti ingombranti corrisponderebbe ad otto piramidi, due metri per due alla base, alte due metri. “Piramidi” che vengono individuate dai preposti, inserite in un programma giornaliero di prelievi, rimosse (non solo fotografate), e trasferite all’impianto di selezione, dove i rifiuti vengono separati (secondo tipologia e materiali costitutivi) ed avviati a recupero o a smaltimento.

Stando così le cose (e l’aritmetica, come si usa dire, non è opinabile) qualora, dinanzi ad un cumulo di rifiuti ingombranti, ci si domandi “Ma l’ASM cosa fa?”, la risposta è “Sta rimuovendo altri otto cumuli di rifiuti ingombranti, abbandonati qua e là per le strade di Molfetta, oppure sta servendo - come da prenotazioni - gli utenti a domicilio. Appena possibile rimuoverà anche questo cumulo qui”.

Riassumendo: quali sono le “istruzioni per l’uso” per chi vuole disfarsi correttamente dei propri rifiuti ingombranti e per vedere le strade della propria città libere da piccole discariche abusive? Presto detto:

1) il ritiro di rifiuti ingombranti può essere prenotato anche telefonicamente (anche al numero verde 800-139323 il quale però, sin dalla sua attivazione e per contenere i costi, non risponde ai cellulari). Fino a cinque pezzi (di peso inferiore a 20 kg ciascuno) il ritiro è gratuito. Per un numero di pezzi più elevato (o per rifiuti di peso superiore a 20 kg) l’ASM chiede (come per ogni servizio a domanda individuale) un corrispettivo, che viene quantificato a preventivo;
2) parimenti il ritiro può essere prenotato attraverso il nostro sito internetwww.asmmolfetta.it cliccando su “Beni durevoli dismessi” nella sezione “Contatti”. L’utente sarà successivamente contattato telefonicamente per concordare le modalità del ritiro;
3) quando si individua un cumulo di rifiuti ingombranti, abbandonati sul suolo pubblico, si dovrebbe in primo luogo verificare se vi siano elementi che possano consentire l’identificazione dell’autore dell’atto (ad esempio: etichette sugli imballaggi), ed in questo caso avvertire la Polizia Municipale per il seguito di sua competenza. Ai fini della rimozione occorre invece segnalare il fatto all’ASM, telefonicamente o per mail. Appena possibile, si provvederà.

A quanti, viceversa, non hanno l’obiettivo di liberare le strade dai rifiuti (bensì quello di utilizzarli strumentalmente per i propri fini di vario genere) non c’è bisogno di dare alcuna istruzione: essi – come tutti sappiamo – sanno già perfettamente cosa fare.

Cogliamo l’occasione per ribadire che, pur non disponendo delle risorse per avvalerci di un “addetto stampa” o di un “addetto alle pubbliche relazioni”, ci sforziamo di mantenere un corretto contatto con tutti gli utenti. Chiunque ci invii una comunicazione o una mail, riceve una risposta (a volte, lo riconosciamo, con un certo ritardo, del quale ci scusiamo). Eventuali lacune costituiscono una anomalia che invitiamo a segnalare.
Analogo comportamento vale con la stampa locale: in qualsiasi occasione incontriamo gli operatori dell’informazione, rispondiamo sempre a tutte le domande posteci (anche quando sappiamo già che alcuni, con abituale scorrettezza, accompagneranno le nostre risposte con i propri commenti, formulati solo in seguito, “a tavolino” e quindi senza darci la possibilità di una replica “in contraddittorio”).

Rileviamo, inoltre, che alcuni vorrebbero che intervenissimo per “rispondere” a qualunque testo citi l’Azienda, ovunque esso compaia. Ciò risulta spesso irrealizzabile o, nel migliore dei casi, inutile. Vi sono casi, ad esempio, in cui il dialogo è impossibile a causa dell’insipienza del potenziale interlocutore: memorabile il caso del giornalista che si chiedeva se dei pilastri possano “intaccare” gli strati del sottosuolo, e confondeva l’assenza di interferenze (con il sottosuolo) con quella di indagini preliminari.

Né si può trascurare che alcuni giornalisti, anziché dare notizie (e con il solito stile da “cultura del sospetto”: il nuovo record è di 15 punti interrogativi in 35 righe), si arrovellano su ipotesi che esistono solo nella loro fantasia. L’interlocuzione a distanza, con simili soggetti, non serve certo ad avviare un confronto leale e costruttivo, ma solo a dare materia per nuovi punti interrogativi.
L’unica risposta possibile è: no, grazie.


In altri casi si vorrebbe che rispondessimo a testi palesemente illogici, come quelli che chiedono maggiore trasparenza ma meno conferenze pubbliche (evidentemente trascurando che queste ultime, in quanto momento di contatto con la cittadinanza, costruiscono il momento di maggior trasparenza possibile). Altri ancora, infine, vorrebbero che inviassimo le nostre comunicazioni indistintamente a tutte le testate giornalistiche. Non lo riteniamo opportuno. Siamo estimatori dei concetti espressi in “Desiderata” (testo noto anche come la “pergamena di Baltimora”) e ci sforziamo di seguirne i suggerimenti. Quanti scrivono parole in libertà aspettandosi repliche che ci trascinerebbero in estenuanti polemiche, sappiano che attenderanno invano (tanto più quando gli attacchi provengono da chi in un primo momento ha tentato di farsi assumere, poi ha chiesto ingenti risarcimenti per pretesi danni subiti ed infine, dopo aver raccolto assai meno di quanto chiesto, sembra aver trovato la propria ragione di vita nel denigrare l’ASM. Cosa che – ci scommettiamo – continuerà a fare, sempre e comunque, “a prescindere” da qualsiasi azione l’ASM possa concretamente compiere).

Quanti, invece, sono interessati a dialogare lealmente, siano essi utenti oppure organi di informazione, possono continuare a contattarci in qualsiasi momento. Ringraziamo, in particolare, quanti contribuiscono anche con critiche (purché oneste e costruttive), al miglioramento del servizio reso alla città.

Il Consiglio di Amministrazione
Il Presidente
Il Direttore dell’ASM.

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